La disfluenza verbale
Per la maggior parte di noi parlare in modo fluente è facile e non richiede sforzo. Per cui generalmente abbiamo un eloquio libero da interruzioni, blocchi o frammentazioni.
Ma a ben vedere, alcuni di noi, avvertono di balbettare in alcune situazioni critiche: in momenti di stress, di rabbia crescente, di paura o tensione nelle relazioni. E soprattutto ricordiamo di avere balbettato da piccoli, talvolta, in situazioni simili; specie davanti ad un’autorità che incuteva soggezione o paura.
Si parla di balbuzie quando un problema di disfluenza occasionale si cronicizza in età adolescenziale ed adulta; e si attesta su una percentuale di parole (in qualche modo) “distorte” che supera il 10% delle parole dette.
La maggior parte delle persone che balbettano vive negativamente questo modo di parlare. Con tutta una serie di reazioni fisiche, spesso “difensive”, come tensione alla muscolatura della lingua, della mascella, della mandibola, delle labbra (in quanto è sull’apparato fonatorio che si convoglia buona parte della tensione). E reazioni emotive come vergogna, frustrazione, senso di colpa. Con conseguenze importanti nella vita di relazione.
Il counseling per gestire e superare la balbuzie
Una persona balbuziente che chiede aiuto porta tutto un vissuto di ansia, disagio, frustrazione, senso di fallimento; nelle relazioni sociali e di lavoro. Ed è su questi stati d’animo che si orienta l’aiuto counsiliare, fin dal primo momento.
Ritengo sia fondamentale accogliere questo vissuto emotivo e la narrazione di ciò che più “preme” al momento. Lo stare in quell’emozione, accogliendola, osservandola, magari respirando in modo lento e profondo, è già di per sé un modo per stare a proprio agio, senza sentirsi giudicati; e di sperimentare da subito come le parole inizino a fluire in modo più naturale.
Ciò non significa che siamo di fronte ad una “guarigione” immediata. Ma alla riprova che, nella stragrande maggioranza dei casi, la balbuzie si manifesta in determinati momenti critici; talvolta difficili da individuare ed anticipare, in quanto “evocativi” di memorie emotive dolorose.
La conoscenza e l’osservazione di tutta una serie di situazioni (talvolta apparentemente banali) e stati d’animo, collegati alla balbuzie, consente una disidentificazione dagli stessi (vedi Strumenti operativi: Strumenti mutuati dalla cultura orientale); sperimentando un distanziamento dal problema, che via via si rivelerà “provvidenziale”.
Per cui, io non sono un balbuziente, ma una persona che parla bene e che solo in determinate situazioni ha delle difficoltà.
La nuova credenza -facilitata eventualmente da un intervento Psych-K; e avvalorata dal ricordo di situazioni in cui la persona ammette di aver parlato bene- costituirà la svolta necessaria per iniziare ad affrontare, con tranquillità e fiducia, quegli eventi problematici che sembravano ingestibili con un eloquio fluente.
È da dire, inoltre, che l’aiuto counsiliare può essere integrato e potenziato con la pratica di esercizi e procedure acquisiti in ambito logopedico.
Dott.ssa Angela Fancello
Studio di Counseling e Mediazione a Imola