A scuola per stare bene insieme
Gruppi d’incontro per insegnanti con l’obiettivo di acquisire competenze sulla comunicazione efficace in tutte le relazioni a scuola.
Proposta:
Gruppo d’ incontro tra insegnanti, facilitato da professionisti, per sviluppare tematiche di interesse e aprire un confronto sul proprio lavoro a scuola.
Obiettivo:
Partendo dallo stimolo di 6 parole chiave (ruolo, educazione, empatia, conflitto, burn-out, linguaggio) porre in primo piano la propria esperienza personale e le proprie difficoltà nel sostenere il ruolo di insegnante nella scuola di oggi.
Strumento:
Gruppo di lavoro della durata di 2h
Composizione:
Da un minimo di 6 partecipanti ad un massimo di 20
Frequenza:
Quindicinale
Tempo:
Un totale di 6 incontri
Si richiede la presenza alla maggior parte degli incontri per garantire la continuità di lavoro.
Vivere pienamente e con orgoglio l’essere maestro
La scuola come ultima agenzia educativa rimasta? E l’insegnante come protagonista che si fa carico di questo?
Per sostenere la ricchezza del proprio ruolo di fronte agli allievi, ai genitori, alla società tutta.
Nell’ottica di poter vivere pienamente e con orgoglio il proprio essere MAESTRO. Raccontare sé stessi, il proprio lavoro, la propria visione del mondo, nel mondo…
Come? Dentro un gruppo d’incontro tra pari, quale spazio dove portare le proprie istanze all’attenzione reciproca; attraverso l’accoglienza di quel carico di emozioni, pensieri, tensioni che il lavoro di insegnante comporta.
Per arrivare ad elaborare personali strategie di comunicazione, con i ragazzi, con le famiglie e con i colleghi.
Con l’intento di sostenere quegli obiettivi primari che sono il vero senso dello stare a scuola: la trasmissione del sapere, lo sviluppo del pensiero critico, l’aiuto ad individuare un proprio percorso di vita come cittadino.
Le parole chiave
Ruolo
Quale idea di ruolo per l’insegnante? Autorità o autorevolezza? Si tratta di un ruolo dalla valenza individuale, sociale e “politica”. Negli ultimi tempi così messo a critica o bistrattato. In quale occasione mi sono sentito/a un insegnante autorevole? Come vivo la mia autorevolezza quando subisco l’intervento delle famiglie: come “gioca” il mio ruolo con quello dei genitori? Alla riscoperta del dominio della propria materia, anche nel senso della competenza a trasmettere il proprio sapere. Appassionando e motivando gli allievi.
Educazione
“Diventa ciò che sei” (Nietzsche). Educare: sostenere chi cresce nell’attuazione di quel bisogno primario che è l’autoaffermazione. Come accompagnare i ragazzi nella scoperta e valorizzazione delle loro risorse, accogliendo le loro istanze e aprendosi ad un confronto. Il gruppo di incontro accoglierà tutte le criticità, valutando anche eventuali emergenze educative; e come esse impattano nel mondo della scuola e nella relazione tra scuola e famiglia.
Empatia
“Uno degli strumenti più potenti che vivificano e rafforzano la comunicazione” (Rogers). Nell’osservazione e ascolto dell’altro, siamo campo di risonanza per il suo vissuto emotivo. Tutti noi siamo in grado di dare empatia e di riceverla (vedi studi sui neuroni specchio). L’empatia ci porta verso l’altro e l’altro verso di noi, e ci aiuta orientando la relazione (con i ragazzi, i colleghi, i genitori) verso l’incontro. Per costruire un’intesa.
Conflitto
Cosa accade in un conflitto? Le differenti posizioni tendono a irrigidirsi e a contrapporsi, e ciascuno, sempre più centrato su di sé, diventa cieco e sordo all’altro. Spesso però il conflitto è foriero di vissuti forti, per cui non andrebbe sottostimato il carico emotivo implicato e il rischio
che, suo malgrado, diventi contrapposizione. Che fare? Possibilmente prevenire, prima che si inneschi un conflitto. Magari attraverso un’osservazione e un ascolto attento dei bisogni dei ragazzi, dei colleghi, dei genitori.
Burn-Out
Il burn-out definisce una serie di stati d’animo conseguenti al venir meno di energia, concentrazione, motivazione, senso, gioia, potere, autostima. Nelle professioni con forte coinvolgimento relazionale, come quella dell’insegnante. Si tratta di una condizione che comporta anche una progressiva presa di distanza tra la persona e il proprio lavoro. Come uno stato d’animo “difensivo” rispetto a situazioni sentite come ingestibili. Il gruppo d’incontro sarà quello spazio “protetto” che favorirà l’ascolto empatico e la condivisione, senza giudizio: “in quella situazione mi sono sentito come in trappola”. Al fine di prevenire e di acquisire strumenti di elaborazione e soluzione.
Linguaggio
Una parola “centrata” può, da sola, toccare il cuore e aprire un mondo. Vero e proprio strumento di lavoro il linguaggio, anche non verbale, talvolta necessita di un’analisi rispetto agli effetti prodotti – in quanto spesso “arma a doppio taglio”- nella comunicazione e nella relazione implicata.
Situazioni significative o problematiche potranno essere portate all’attenzione del gruppo. Guardando al principio che il linguaggio rappresenta la realtà, ma anche “crea” la realtà.
In merito all’obbligo, vigente dal 1 agosto 2010, per i dirigenti scolastici di aderire a misure necessarie per applicare l’articolo 28 del D.L. 81 del 9 aprile 2009, che regola la prevenzione del disagio mentale e professionale (integrato, poi, dal D.L. 106 del 3 agosto 2009).
Progetto realizzato in collaborazione con la dott.ssa Chiara Marazzini, psicologa, psicoterapeuta, educatrice